Ci sono condizioni in cui la sensibilità del viso viene perduta. Appare la sindrome da deafferentazione trigeminale. Talvolta volontariamente il nervo trigemino ed i suoi rami sono stati recisi nella speranza di curare la nevralgia del trigemino. Altre volte per effetto collaterale di ripetuti trattamenti le fibre trigeminali conduttrici della sensibilità del viso sono state distrutte.
In conseguenza di ciò la cute del viso risulta anestetizzata, volgarmente “addormentata”. Ci si aspetterebbe che non ci debba essere più dolore, perchè la pelle è “insensibile”.
Ciò che accade è di difficile comprensione per il profano. Infatti il gruppo di celule in cui arrivano gli impulsi nocicettivi (della sensibilità dolorosa) del viso si alterano. Si sbilanciano da un punto di vista bioelettrico e rimangono in uno stato eccitatorio. Normalmente esse vengono bilanciate e “frenate” dalla elettricità (potenziali di azione) che arriva ad esse lungo le fibre della sensibilità. In questo caso parliamo ovviamente della sensibilità facciale.
Queste cellule sono situate nelle corna posteriori del midollo e, nel caso del trigemino, nel nucleo caudato. La loro eccitazione “fuori luogo” viene interpretata dal cervello come dolore e si crea la sindrome da deafferentazione.