“Perchè non fai il neurochirurgo ?”
La terribile Professoressa Sampaolo mi aveva messo una pulce nell’orecchio, chiedendomelo a bruciapelo, ed indicando le mie mani. Le riguardai anch’io, incredulo, non sapendo se mi aveva colpito di più quel primo trenta o la giunzione neuromuscolare con cui avevo concluso l’ esame.
Che c’entravano le mani? Forse perché alla fine tutto ha una sua forma fisica, anche l’impercettibile. Certamente ne hanno una i dettagli anatomici del corpo umano, ma quanto aiutano a comprendere l’essenza delle nostre funzioni ? Bastava il trenta e lode in Anatomia ed Anatomia topografica per dire che avevo capito tutto ? Era comunque l’inizio di un viaggio affascinante!
Nel 76 diventai “interno” della Clinica Neurochirurgica del prof. Conforti dove si stavano svolgendo intense ricerche sulle microanastomosi vascolari condotte dallo stesso Direttore e dal Prof. Tomasello (poi Segretario e Presidente della Società Italiana di Neurochirurgia).
Fu difficile contenere il mio entusiasmo quando fui assegnato a quel progetto, che mi permetteva di scoprire i segreti della “neonata” microchirurgia e lasciava intuire i misteri dell’autoregolazione cerebrale. Non c’era ancora la possibilità di uno studio “fine” del circolo cerebrale, mediante la misura di certi metaboliti e quindi la mappatura di specifiche aree “attive” (oggi questi studi vengono effettuati con la PET e tecniche simili). Le variazioni di flusso venivano invece studiate “visivamente” mediante finestra di plexiglass sul cervello. Fu questo l’ argomento della mia tesi di laurea.
Mi laureai con lode e superai l’ammissione alla Scuola di specializzazione in Neurochirurgia in entrambi i Policlinici Universitari Napoletani. Fui il primo nella graduatoria degli ammessi al secondo Policlinico.
Qui mi fu offerto un rapporto di collaborazione libero professionale (gettonamento) dal Prof. Enrico De Divitiis (poi Presidente della SINCH), di cui avrei apprezzato nel tempo le grandi qualità umane e professionali.
Intanto “vedevo” l’effetto di una perturbazione fisica sulle delicate “funzioni” cerebrali e sembrava “magico” l’effetto della sonda stereotassica sul tremore del paziente parkinsoniano. Di contro il rigore “scolastico” imposto dal Direttore a volte sembrava eccessivo, ma spingeva alla continua verifica del proprio contenuto culturale anche in rapporto agli altri.
Maturava così l’idea di andare all’estero. Incoraggiato dal Pf. De Divitiis, partecipai al concorso nazionale per una Borsa di Studio del Ministeroro della PI. La ottenni con un tema sul trattamento delle epilessie focali, e scelsi la Duke University, (NC), (al 5 posto tra le Università USA) per una fellowship.
Per poter lavorare coi pazienti come clinico e come chirurgo, dovetti ottenere “l’ECFMG certification”, corrispondente al nostro esame di stato, ma molto più selettivo. Con 3000 quiz e due giornate di prove, gli esaminatori riescono a mandarne a casa circa l’85%, solo il 15% degli esamintati supera il test !
Lavorai col Prof. Blaine Nashold, allievo di Panfield ed una delle autorità internazionali nel campo della Neurochirurgia Funzionale. Panfield è per gli addetti ai lavori il “genio” che ha dimostrato quanto nel corso della storia medica si era andato intuendo: la presenza di circuiti cerebrali funzionalmente specializzati, connessi in una sorta di rete elettronica “plastica”, ossia adattabile pur con aree altamente specializzate.
Il nome di Nashold è invece legato alla DREZ, intervento di grande attualità per iltrattamento del dolore centrale. In una recente corrispondenza mi ha informato che i casi trattati sono oramai numerosissimi ed è disponibile il follow-up a lungo termine in 650 pazienti alcuni dei quali da me operati. La collaborazione col Prof. Nashold continua, ed è stato in Italia nel 1999 per un convegno da me organizzato e per praticare insieme alcuni difficili interventi per il torcicollo ed il dolore.
“Nashold” per me e la mia famiglia ha anche un altro significato, legato alla torta nunziale, tagliata a casa sua, con una scimitarra giapponese!
Successivamente il Prof. Robert Wilkins mi offrì un contratto di lavoro clinico e chirurgico nel suo Dipartimento. In quel periodo stava completando il suo poderoso trattato di Neurochirurgia, riferimento obbligato per i Neurochirurghi di tutto il mondo. Colpiva il contrasto tra il suo estremo rigore (si faceva il giro del reparto alle 6:30 AM) e la sua giovialità fuori dall’ambiente di lavoro. Il lavoro richiedeva anche l’assistenza medica e rianimatoria in terapia intensiva, che permetteva di accumulare una singolare esperienza nella gestione “globale” dell’ammalato e di familiarizzare con le più sofisticate tecniche terapeutiche e di monitoraggio invasivo.
Altre novità (per me) si sono affacciate qualche tempo dopo col trasferimento a Cincinnati. Qui appariva ancora, nei “Gran Rounds” settimanali (conferenze interdipartimentali), l’allora ottuagenario Frank Mayfield, inventore di tanti strumenti neurochirurgici tuttora in uso. Il Prof. John Tew il suo pupillo, stava potenziando il Mayfield Neurological Institute, rinfrescandone la tradizione tecnologica ed innovativa. La leadership nell’uso del laser ed il “Good Year Microsurgical Lab”, dove continuano a svolgersi corsi di formazione sulla chirurgia della base cranica e del seno cavernoso e sull’uso del laser, attirano tuttora numerosissimi Neurochirurghi Americani e Stranieri. Mark Greenberg, l’autore di un diffuso manuale pratico di neurochirurgia era allora il capo dei “residenti” (specializzandi).
In quel periodo ho seguito anch’io i corsi “Surgery of the Skull Base, a Practical Course” e “The Use Of Lasers In Neurological Surgery”, superando i relativi esami. il Prof. Vinko Dolenk era stato invitato per l’occasione. Ho svolto inoltre attività clinica e chirurgica, pubblicando lavori sulla patologia vascolare e sul trattamento della nevralgia trigeminale. Tuttora conservo buoni rapporti col Prof. Tew e Van Loveren.
In coerenza con quando mi ero proposto sono tornato in Italia nell’89, dove ho ripreso il rapporto di collaborazione a contratto col prof. De Divitiis (fino al febbraio 93) e sono stato assunto nell’ unica divisione di Neurochirurgia del Cilento, mia terra d’origine, dove ho lavorato fino al 1996.
Nel 97 mi sono trasferito a Roma e sono stato Dirigente responsabile della Neurochirurgia Funzionale al S. Filippo Neri, U.O.C. di Neurochirurgia. Le radici culturali di questa U.O.C. affondano nel lavoro pioneristico di alcuni dei Padri della Neurochirurgia Italiana, ossia il Prof. Chiasserini ed il Prof. Patricolo.
Ho mantenuto solido il riferimento ai centri neurochirurgici più avanzati in Italia ed all’estero. Dal 1 novembre 1999 per quattro settimane sono stato a Mainz, in Germania, per uno “stage” col professor Perneczky sugli approcci mininvasivi e per osservare da vicino uno dei maestri della neurochirurgia moderna.
Nello stesso periodo ho visitato il Prof. Rosenthal, maestro degli approcci mininvasivi alla colonna vertebrale.
Ho pubblicato in varie riviste internazionali, ho organizzato ed ho partecipato a vari congressi con numerosi lavori. Ho all’attivo numerosi interventi chirurgici, sia di tipo funzionale e mininvasivo, sia “classici” su tumori, traumi e malformazioni varie per un totale di di circa 3000 interventi. Una mia biografia ufficiale è disponibile in Who’sWho in Science and Engineering, (ed 1998) ed in altre raccolte biografiche internazionali.