Alla base della nevralgia trigeminale c’è la demielinizzazione delle fibre mieliniche per effetto di una patologia o degenerazione propria della mielina, o frequentemente per una compressione sulle fibre nervose da parte di un vaso, usualmente l’arteria cerebellare superiore.
Questo crea un corto circuito, per cui le fibre componenti del nervo entrano in un contatto patologico tra loro e cortocircuitano. Questo si chiama conduzione ephaptica.
Le conseguenze
Il nervo è composto da fibre che veicolano le varie forme di sensibilità facciale. esse sono di diametro diverso a seconda della loro funzione. Quelle connesse con la conduzione del dolore sono le più sottili e normalmente sono poco mielinizzate. La mielina è quella sostanza che isola le fibre una dall’altra.
Per effetto della demielinizzazione patologica le fibre più piccole perdono la loro protezione. Anche le fibre più grandi, connesse per esempio con la sensazione del tatto facciale, perdono in qualche punto il loro rivestimento. Esse cortocircuitano con le fibre più piccole connesse con la conduzione del dolore e scatenano dei potenziali d’azione.
Il potenziale d’azione delle fibre nervose più piccole è una scarica elettrica in miniatura che attiva i centri del dolore. La scarica è percepita come dolore.
Trigger e conduzione ephaptica
Lo stesso meccanismo ephaptico spiega perché toccando il viso, ossia una sensazione tattile, scatena il dolore. L’area del viso servita dalle fibre che raccolgono la sensazione di tatto, per effetto del contatto, genera un impulso elettrico. Una zona in particolare scatena il dolore, e questa è detta zona grilletto o trigger. L’impulso elettrico cortocircuita (diffonde in modo anomalo) sulle fibre del dolore e questo si traduce nella “scossa elettrica” della nevralgia trigeminale. Il dolore trigeminale è improvviso e violento.