Neurochirurgo

Dr. Caputi

Elena che preferisce la terapia medica

La signora E.G. di 42 anni, sportiva e dinamica, oltre che eccellente manager s’era scontrata con il primo serio malanno della sua vita: un dolore lombosciatalgico che l’aveva costretta a rinunciare al ciclismo, suo sport preferito. Dapprima aveva avvertito qualche dolore lombare che prontamente scompariva con l’Aulin o farmaci simili. Poi un giorno, sei mesi prima, era rimasta bloccata da un violento dolore occorso mentre “traslocava”. Il dolore l’aveva costretta a letto per quasi una settimana. Qualsiasi movimento, anche uno starnuto, lo intensificava. Se poi cercava di allungare la gamba “vedeva le stelle” ed il gluteo, la coscia, il polpaccio rimanevano contratti in un violento crampo. Dopo una quindicina di giorni il dolore era andato attenuandosi, ma era costretta a muoversi con molta cautela ed a portare con sé sempre qualche antidolorifico, a parte gli antinfiammatori che assumeva costantemente. Quando aveva ricominciato a lavorare, la sedia era diventata uno strumento di tortura, e nei momenti più impensati era costretta ad alzarsi e cercare un giacigli per distendersi. La risonanza magnetica che qui sotto presentiamo dimostrò la presenza di una frammento discale espulso (estruso). Fu a questo punto visitata riscontrando i tipici segni della sofferenza radicolare, ossia Lasègue, riduzione del riflesso

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