Nuova terapia per l’ernia discale
La coblazione si esegue per via percutanea col paziente sveglio. Un ago (16G) viene spinto nel disco la dove sporge e preme sulla radice nervosa irritandola. Attraverso l’ago passa la sottile sonda del coblatore, che attivata dissolve la parte sporgente in conflitto con la radice nervosa.
Cos’è
La coblazione è una tecnica chirurgica utilizzata principalmente per trattare le ernie discali. Questo metodo, noto anche come “discectomia a base di radiofrequenza al plasma”, è stato approvato per uso generale nel 1999 e si distingue per la sua invasività molto bassa. Utilizza una sonda bipolare che rilascia energia a radiofrequenza per generare plasma ionizzato all’interno dei tessuti conduttivi e idratati, come il nucleo polposo dei dischi intervertebrali. Questo processo vaporizza il tessuto discale alterato senza danneggiare significativamente le strutture circostanti, mantenendo la temperatura al di sotto dei 70°C.
Quando è indicata
È specialmente indicata nel caso di ernie “contenute”, ossia che non hanno “rotto” i limiti dell’anulus, premendo ed irritando la radice nervosa causando dolore. Nella figura qui sotto vengono classificate le alterazioni del disco di tipo protrusivo ed erniario.
In altri termini, la coblazione è indicata per ernie piccole senza grossi deficit muscolari, con sintomatologia dolorosa non regressiva o intermittente. Dà buoni risultati nel caso di ernie intraforaminali. L’intervento viene deciso quando la terapia medica non allevia il dolore. Nel caso invece di deficit neurologici motori e sfinterici con ernie di grosse dimensioni ed espulse è consigliabile l’intervento microchirurgico.
Per quali sintomi
I sintomi sono quelli descritti per l’ernia del disco, ossia dolore lombare e lungo la gamba con sciatica o cruralgia.
Nelle fasi di acuzie il paziente è bloccato dal dolore e non può muoversi.
Una corretta valutazione delle condizioni cliniche e delle immagini radiologiche permette di suggerire l’opzione chirurgica migliore.
Come si fa
L’intervento di coblazione viene eseguito in anestesia locale e col paziente leggermente sedato. Viene eseguito in sala operatoria con monitoraggio dell’attività cardiaca e dei principali parametri vitali.
L’ago viene inserito sotto controllo radiologico nello spazio discale “malato” dove vengono prodotte una serie di coblazioni che allentano la tensione nel disco vaporizzando parte del nucleo polposo, come indicato nella figura. Il filmato ad inizio pagina mostra la procedura.
Risultati
È un trattamento scarsamente rischioso a qualsiasi età, e quindi uno degli interventi più sicuri eseguibili in ambito neurochirurgico. Il recupero è immediato ed il paziente può essere dimesso lo stesso giorno dell’intervento. Il paziente più anziano che abbiamo trattato è il signor R.A., pescatore di 82 anni, bloccato a letto da vari mesi poiché altrove non si era ritenuto di operarlo con metodi tradizionali per gli elevati fattori di rischio.
Per effetto di questa decompressione la radice nervosa riguadagna lo spazio perso, non viene più “toccata” dalla sporgenza discale, e quindi non è più soggetta ad irritazione meccanica col dolore conseguente.
Tutto l’intervento dura all’incirca 30 minuti, non viene praticata nessuna ferita chirurgica ed il paziente può essere dimesso il giorno stesso o in casi particolari, nei giorni immediatamente successivi.
Le immagini qui sotto mostrano prima in modo schematico che fa la coblazione e poi il paziente sveglio sul tavolo operatorio nel momento in cui si comincia la procedura. A fianco, durante la procedura, si controlla in fluoroscopia la corretta posizione della sonda del coblatore nello spazio discale.