Una “finestra” ossea
Studi anche recenti dimostrano che una “finestra ossea” allevia notevolmente la pressione endocranica.
Ciò rappresenta pertanto un fattore da tenere in seria considerazione in tutti quei pazienti sottoposti comunque ad intervento chirurgico. Il vantaggio principale di questa metodica è che si determina un controllo “automatico” della pressione endocranica che può rafforzare considerevolmente i presidi terapeutici ordinari. Lo svantaggio è rappresentato dalla necessità di un secondo intervento, quasi sempre con l’impianto di materiali protesici.
La figura mostra la ricostruzione computerizzata di una craniectomia praticata in un paziente con ematoma subdurale acuto.