Neurochirurgo

testata.jpg
Dr. Caputi

Quando il movimento scompare

Questo è il termine comune con cui si indica la mancanza di movimento. In termini propri si deve parlare di paresi o plegia. Paresi indica una riduzione del movimento, plegia l’assenza completa del movimento. In genere interessa un arto, superiore o inferiore, da solo o insieme all’altro. Ad esempio col termine di plegia dell’arto superiore si intende che il braccio, l’avambraccio o la mano non si muovono per niente. Nella paresi invece qualche movimento è conservarto. L’emiparesi indica l’interessamento di un emilato, arto superiore ed inferiore. Essi sono “plegici”, ed il paziente si dice emiplegico, se da quel lato manca completamente ogni movimento. I muscoli non sono attivi e quindi non permettono il movimento articolare. Le cause della mancanza di movimento legate a lesioni del sistema nervoso sono fondamentalmente 3: danno di uno o più nervi periferici, danno cerebrale o danno midollare. Si può trattare di fenomeni vascolari, ossia non arriva il sangue in una determinata zona, per esempio del cervello, come nell’ictus, o compressivi. La compressione avviene a causa di uno strozzamento in un passaggio (canale) come succede frequentemente per i nervi periferici, o per un tumore, come si verifica tipicamente a livello cerebrale o midollare. È importante sapere che nel caso di lesione encefalica, la paralisi è dal lato opposto al danno (danno cerebrale a destra, deficit mpotrio a sinistra), mentre nel caso di lesione midollare o periferica il deficit è dallo stasso lato del danno. Nei fenomeni di tipo vascolare, il deficit si presenta in genere bruscamente e tende a regredire almeno in parte. Nei fenomeni di tipo compressivo, la “paralilsi” (intendi paresi, deficit motorio più o meno lieve, fino alla plegia) c’è in genere una progressione del deficit, con aggravamento nel tempo, a meno che non si mettano in atto adeguate misure terapeutiche. Quando per esempio si tratti di un tumore, il tessuto nervoso è progressivamente schiacciato dalla massa neoplastica e dall’edema, o reazione cerebrale ad essa. Naturalmente occorre molta cautela da parte del profano nell’interpretare i deficit motori. Molte compressioni sono ” facilmente” reversibili e dovute a schiacciamenti ossei o legamentosi, come accade con i deficit dei nervi periferici o, in misura minore nelle compressioni vertebrali. altri inbdicano una patologia più grave, da mase neoplastiche, benigne come per esempio nel caso del meningioma, o maligne, come nel caso del glioblastoma. Attenzione quindi: Non bisogna mai cadere nella tentazione di diagnosticarsi il tipo e la causa del deficit motorio. Solo il medico può inquadrare correttamente i sintomi ed indirizzare per la diagnosi !!