Neurochirurgo

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Dr. Caputi

Movimenti della colonna vertebrale lombare

La colonna vertebrale è una struttura mobile, semi-rigida, snodabile ed adattabile secondo le necessità del movimento corporeo e le trazioni muscolari. Le vertebre sono solidali tra di loro per effetto dei rapporti articolari e dei legamenti che regolano i limiti del movimento per ciascuna nei confronti di quella contigua fino ad avere uno spostamento armonico. I muscoli para-vertebrali hanno in questo un ruolo chiave. L’insieme dei movimenti è mostrato nella figura accanto. Il movimento di traslazione non è immediatamente percepibile, poiché riguarda i corpi vertebrali tra di loro, ossia il movimento di una vertebra rispetto a quella immediatamente contigua. I movimenti propri della colonna sono quelli di flesso estensione, inclinazione laterale, rotazione e translazione. Il movimento di flesso estensione è quello più ampio. Viene illustrato qui nel video realizzato nell’Università di Lione 1. 

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Muscoli para-vertebrali

Anatomia dei muscoli paravertebrali I muscoli paravertebrali, anche detti “erettori” vertebrali o paraspinali si collocano ai due lati della colonna vertebrale. Fanno parte del gruppo dei muscoli intrinseci della schiena, organizzati da ciascun lato in tre strati: Uno profondo, uno intermedio ed uno superficiale. I muscoli paravertebrali costituiscono lo strato intermedio.  Si collocano tra uno strato muscolare superficiale e profondo  ancorandosi sulle vertebre ed in parte sui segmenti adiacenti.  Sono costituiti da tre grossi muscoli: Ileo-costale (dei lombi del torace e della c.  cervicale) Lunghissimo (del capo, del collo e del torace) Spinale (del capo del collo e del torace) Funzione dei muscoli paravertebrali I muscoli paravertebrali sono i più importanti per la motilità della colonna. Essi flettono in avanti o estendono, arcuandola all’indietro, la colonna vertebrale, oppure servono a piegarla di lato. Essi agiscono in sinergia tra di loro ed armonizzano il movimento degli antagonisti. Per esempio se la colonna vertebrale si piega in avanti per azione dei muscoli addominali sul tronco, i muscoli paravertebrali impediscono un movimento troppo rapido rendendolo armonico. Insieme con i muscoli addominali mantengono la posizione ortostatica antigravitaria della colonna vertebrale e quindi del tronco. Considerazioni cliniche Una malfunzione di questo gruppo muscolare comporta dolore

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Recidiva dell’ernia del disco lombare

Che cos’è La recidiva dell’ernia del disco consiste nella fuoriuscita di materiale discale dal nucleo polposo da un  disco intervertebrale già operato. L’incidenza percentuale di recidive precoci è bassa e inferiore al 2-3%, ma negli anni può superare il 10%. Si ritiene che la causa maggiore di recidiva sia legata alla progressione del processo degenerativo discale ed alla microinstabilità che ne deriva. La recidiva tardiva si accompagna a tessuto cicatriziale che contribuisce alla sofferenza della radice. Il disco infatti contribuisce alla stabilità ed al movimento armonico e solidale dei corpi vertebrali contigui. Questo rapporto armonico e solidale si altera quando il disco degenera. Va ricordato che con la discectomia il disco non viene asportato totalmente. Il tessuto discale residuo, aderente alle superfici vertebrali, preserva un minimo di funzionalità discale e mantiene il trofismo dei piatti discali. Segni e Sintomi I segni e i sintomi della recidiva di ernia sono i medesimi dell’ernia del disco. Ricompare la sofferenza radicolare con dolore lungo la gamba, frequentemente sciatico o cruralgico, con eventuali disturbi della sensibilità o motori. Più raramente si osserva una sindrome della cauda equina. Aumenta la percentuale di pazienti con lombalgia anche perché di solito è l’instabilità segmentaria a provocare la

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Stabilizzazione percutanea lombare

La stabilizzazione percutanea riallinea la colonna vertebrale, attenua la pressione sulle faccette articolari, distende i legamenti gialli che protrudono nel canale vertebrale, tende l’anulus fibroso che contiene il disco intervertebrale, ed apre il canale di coniugazione. Con ciò “allarga” il canale vertebrale. Questa cosa non è da poco conto, considerato che gran parte della patologia del rachide vertebrale lombare coinvolge la stabilità della colonna vertebrale. Infatti, l’alterazione della stabilità vertebrale  consegue ad una serie di eventi:  la perdita di tono idrico e di consistenza del disco intersomatico, l’alterazione artrosica delle faccette articolari, la perdita dell’efficienza tensile e contentiva dei legamenti, l’ipertrofia del legamento giallo che sporge nel canale vertebrale. Questi eventi riflettono una perdita di efficienza della colonna vertebrale per il processo degenerativo o di invecchiamento fisiologico. I muscoli paravertebrali  non solo perdono tono, anch’essi per la diminuita efficienza legata lall’età, ma si inseriscono su segmenti osteo-articolari instabili, e perciò suscettibili di ulteriore sofferenza. Questo si ripercuote sull’efficacia protettiva e contentiva dello “speco” vertebrale verso il contenuto nervoso. Tra L1 ed L2 (le vertebre lombari, 5, vengono indicate con la lettera L maiuscola) termina il midollo spinale. Da qui si diramano le radici nervose che vanno verso gli arti inferiori.

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Colonna vertebrale

La colonna vertebrale è composta di 33 vertebre ed è posta tra testa e bacino. Sostiene il cranio e protegge il midollo spinale con le sue radici. Si divide in tratto cervicale, composto di 7 vertebre, tratto dorsale, composta da 12 vertebre e tratto lombare composto da 5 vertebre. Le cinque vertebre sacrali sono fuse in un tutt’uno, e così le 4 coccigee. La parte cervicale è mobile, permettendo tra C1 e C2 la rotazione del capo (partecipano anche le altre vertebre cervicale, ma in modo più sfumato). La flesso estensione è massima a livello di C5-C6.  La parte toracica è poco mobile e sostiene le costole. La parte lombare è invece mobile, specie a livello L4-L5. Le vertebre cervicali sono indicate con le sigle da C1 a C7. quelle toraciche con le sigle da D1 a D12 e quelle lombari col le sigle da S1 a S5. Quelle coccigee hanno scarsa rilevanza e sono poco sviluppate costituendo nell’insieme il coccige. Le manifestazioni patologiche riguardano soprattutto le vertebre cervicale e lombari, meno quelle dorsali. La patologia riflette lo stress funzionale. Sono particolarmente esposte sia le persone che fanno lavori fisici pesanti (es. muratori), sia le persone che lavorano in posizioni

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Stabilizzazione intersomatica

La riduzione in altezza del disco intervertebrale dovuta all’usura ed all’invecchiamento comporta dei problemi. Infatti spesso alla base della patologia vertebrale lombare c’è spesso un’alterazione del disco intersomatico.  L’avvicinamento dei corpi vertebrali tra loro restringe i forami di coniugazione, provoca la salienza dei legamenti gialli nel canale vertebrale ed un maggiore carico sulle faccette articolari con conseguente stress meccanico. Per queste considerazioni è stata sviluppata un tipo di artrodesi, ossia fusione, tra le vertebre lombari, detta artrodesi intersomatica. Viene effettuata in diversi modi e per diverse vie, quasi sempre in base alle preferenze dell’operatore. Viene completata quasi sempre con una stabilizzazione posteriore per favorire il processo di fusione bloccando i segmenti adiacenti. L’immagine qui sotto esemplifica le vie di accesso. A fianco un controllo TAC di un paziente operato.   Mobbs RJ, Phan K, Malham G, Seex K, Rao PJ. Lumbar interbody fusion: techniques, indications and comparison of interbody fusion options including PLIF, TLIF, MI-TLIF, OLIF/ATP, LLIF and ALIF. J Spine Surg. 2015 

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Protrusione Discale

La protrusione discale indica una deformazione del contorno discale che sporge verso il canale vertebrale, talora uin conflitto con la radice nervosa e quindi dolorosa.

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Mal di schiena cronico: dischi e faccette

Una patologia da usura: il disco “canaglia” Il disco è una delle strutture della colonna vertebrale più soggette ad usura. L’usura si manifesta principalmente a livello di L4-L5 che rappresenta il fulcro di gran parte dei movimenti della colonna, anche quelli semplicemente di sostegno ad una qualsiasi azione degli arti superiori e del tronco in generale. L’usura è naturalmente connessa all’età e dallo stress posto sul disco da lavori pesanti o posture inappropriate. Comporta mal di schiena cronico. Il danno del disco si manifesta con perdita del contenuto idrico, perdita di elasticità, riduzione di spessore e fissurazione dell’anulus, con alterazione nella distribuzione delle forze di carico vertebrale. Ciò rende meno efficiente il complesso articolare vertebrale che lavora in condizioni non ottimali. Ne consegue infiammazione e dolore. Il dolore in questo caso è soprattutto lombare. L’invecchiamento delle faccette articolari Il cattivo funzionamento del tratto lombare della colonna vertebrale per effetto dell’usura, “sovraccarica” di lavoro Le faccette ed i legamenti articolari. Le faccette si deformano (artrosi), la rima articolare (spazio articolare tra le faccette) si modifica, l’attrito aumenta e vengono prodotte sostanze algogene per effetto dell’infiammazione. È questa un’altra causa importante del mal di schiena. Anche i legamenti articolari subiscono tensioni inadeguate

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