L’intervento mini-invasivo rappresenta una valida opzione chirurgica nel trattamento della nevralgia del trigemino. Infatti c’è da fare due considerazioni:
- Quasi sempre nel corso della malattia si arriva ad un limite oltre il quale la terapia medica risulta poco efficace o eccessiva.
- Gran parte dei pazienti sono anziani.
Allora benché ci sia consenso piuttosto unanime sul fatto che la migliore alternativa chirurgica sia un intervento “a cielo aperto” per la micro-decompressione vascolare, non tutti i pazienti sono inclini ad affrontare il rischio seppur minimo di complicazioni potenzialmente serie. Poi c’è da considerare quanto detto pocanzi, ossia che la maggioranza dei pazienti sono in età avanzata ed oltre i sessanta anni.
Le alternative mini-invasive vengono effettuate tutte per via percutanea con un ago o, nel caso della compressione con palloncino, con un ago cannula. L’ago, come si vede nell’animazione entra di lato alla bocca e viene spinto con metodica stereotassica a mano libera ma sotto controllo scopico, verso il forame ovale. Entra nel cranio e raggiunge alla fine il ganglio di Gasser. Comunque venga definita la procedura: rizolisi, rizotomia, alcolizzazione, glicerolizzazione, termorizotomia, neurolisi, l’atto chirurgico fondamentale è lo stesso: Un ago o una cannula viene inserita attraverso la cute di fianco alle labbra verso il forame ovale nel ganglio di Gasser. I termini scientifici e quindi i termini propri sono i seguenti:
- rizolisi o rizotomia alcolica (abbandonata quasi da tutti)
- Rizolisi glicerolica, la meno traumatica
- rizolisi o rizotomia a radiofrenza
- micro-compressione con palloncino.
- Radiofrequenza pulsata
Ognuna di queste procedure è descritta a parte. C’è poi la radiochirurgia, ed anche questa è descritta a parte.